Salvador è una città che
non accetta compromessi: non è detto che la si ami, ma certamente
non può lasciare indifferenti. La si ricorda a distanza di tempi e,
se non ci si limita a toccarne solo la superficie, ma si comincia a
perlustrare anche solo un poco lo strato sottostante (la sua storia,
le sue contraddizioni, la sua arte, il suo ritmo, i suoi odori, i
suoni e le musiche, le diverse persone che la popolano), non si può
non restarne marcati per sempre.
Alcuni dati
Circa 2,6 milioni di
abitanti, ma in certi quartieri (non turistici) si respira ancora
un'atmosfera di piccolo paese, non certo con ritmi frenetici. La
prima capitale del Brasile, ospita 365 chiese ed è la città con più
alta percentuale di neri e meticci.
L'umano
L'elemento
per me determinante. Cosa ci faccio io qui? Cerco l'umano, ovvero
relazioni sociali. Spiagge e monumenti li trovate in tutto il mondo,
ma se andate nelle Filippine o in India o in Africa, sarete sempre e
comunque lo “straniero”; non che qui non vi appellino di “gringo”
(straniero, appunto), ma la società brasiliana è piena di
discendenti di europei e nel giro di qualche anno non vi sarà
difficile integrarvi nella società (non dico capirla, perché a me
risulta davvero complicato!), farvi il vostro giro di amici
brasiliani, ecc. In sostanza, anche la persona più timida e
solitaria in posto come Salvador, avrà la possibilità di avere
relazioni sociali vere (sembra una cosa banalissima ma io, in Italia,
non ci riuscivo più)de
Carnevale
A differenza di quello di
Rio (contenuto negli appositi “sambodromi” della specie di
stadi), quello di Salvador avviene nelle strade, su 3 diversi
circuiti. E' quindi un carnevale popolare, non riservato solo a chi
si può permettere di pagare l'ingresso. Interessante vedere i
diversi modi di vivere questo momento da parte dei vari strati
sociali della popolazione: dalla classe medio-alta, generalmente
relegata ai cosiddetti “camarotes”, ovvero bar o spazi
appositamente adattati leggermente sopraelevati ai lati delle strade,
con ingressi relativamente cari. Gli appartenenti ai vari “blocchi”,
ovvero quelli che hanno comprato la maglietta di un determinato “trio
elétrico” (i nostri carri del carnevale, in realtà sono camion
modernissimi sui quali la banda di turno si esibisce). Infine tutto
il resto della folla, chiamata “pipoca”, che cerca di
sopravvivere al marasma generale.
La Capoeira
E
un'arte
marziale creata
principalmente dai discendenti di schiavi africani nati in Brasile
con influenza indigena brasiliana, caratterizzata da elementi
espressivi come la musica e
l'armonia dei
movimenti (per questo spesso scambiata per una danza).
Interessante al riguardo il recente film “Besouro”. Sono
numerosissime le scuole di capoeira a Salvador ed è frequente
imbattersi in “rodas” improvvisate per strada, in spiaggia o dove
capiti
L'anima
L'anima
di una città non si può raccontare: se ne possono solo descrivere
alcune delle componenti. Chiaramente bisogna andare un po' oltre lo
stereotipo del turista: lascio le spiagge e i monumenti ad altri siti
più informati e con foto. Ed allora voglio citare certi mercatini di
quartiere (fra cui la più famosa “Feira de Sao Joaquim”), i
pescatori che nelle notti si avventurano nella Baia de todos os
Santos su barchette di 3 metri, con una piccola lanternina; le
migliaia di venditori ambulanti che cercano di promuovere con
creatività la loro merce; i numerosi predicatori evangelici che
salgono su un autobus e recitano a memoria versetti della Bibbia e ti
consegnano foglietti riassuntivi di temi religiosi; e purtroppo i
numerosi mendicanti e senzatetto, molti bambini, invisibili ai più.
Non esistono elementi positivi e negativi di un luogo: l'importante è
non negarne nessuno, neanche quelli che ci “disturbano”. E non
dite di conoscere un posto se non avete parlato con la gente:
ascoltate, cercate di capire e, se il caso, raccontatevi. I baiani
amano la conversazione, che è sempre accompagnata da sorrisi e
contatto umano
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