sabato 22 giugno 2013

Salvador de Bahia


Salvador è una città che non accetta compromessi: non è detto che la si ami, ma certamente non può lasciare indifferenti. La si ricorda a distanza di tempi e, se non ci si limita a toccarne solo la superficie, ma si comincia a perlustrare anche solo un poco lo strato sottostante (la sua storia, le sue contraddizioni, la sua arte, il suo ritmo, i suoi odori, i suoni e le musiche, le diverse persone che la popolano), non si può non restarne marcati per sempre.

Alcuni dati
Circa 2,6 milioni di abitanti, ma in certi quartieri (non turistici) si respira ancora un'atmosfera di piccolo paese, non certo con ritmi frenetici. La prima capitale del Brasile, ospita 365 chiese ed è la città con più alta percentuale di neri e meticci.

L'umano
L'elemento per me determinante. Cosa ci faccio io qui? Cerco l'umano, ovvero relazioni sociali. Spiagge e monumenti li trovate in tutto il mondo, ma se andate nelle Filippine o in India o in Africa, sarete sempre e comunque lo “straniero”; non che qui non vi appellino di “gringo” (straniero, appunto), ma la società brasiliana è piena di discendenti di europei e nel giro di qualche anno non vi sarà difficile integrarvi nella società (non dico capirla, perché a me risulta davvero complicato!), farvi il vostro giro di amici brasiliani, ecc. In sostanza, anche la persona più timida e solitaria in posto come Salvador, avrà la possibilità di avere relazioni sociali vere (sembra una cosa banalissima ma io, in Italia, non ci riuscivo più)de

Carnevale
A differenza di quello di Rio (contenuto negli appositi “sambodromi” della specie di stadi), quello di Salvador avviene nelle strade, su 3 diversi circuiti. E' quindi un carnevale popolare, non riservato solo a chi si può permettere di pagare l'ingresso. Interessante vedere i diversi modi di vivere questo momento da parte dei vari strati sociali della popolazione: dalla classe medio-alta, generalmente relegata ai cosiddetti “camarotes”, ovvero bar o spazi appositamente adattati leggermente sopraelevati ai lati delle strade, con ingressi relativamente cari. Gli appartenenti ai vari “blocchi”, ovvero quelli che hanno comprato la maglietta di un determinato “trio elétrico” (i nostri carri del carnevale, in realtà sono camion modernissimi sui quali la banda di turno si esibisce). Infine tutto il resto della folla, chiamata “pipoca”, che cerca di sopravvivere al marasma generale.

La Capoeira
E un'arte marziale creata principalmente dai discendenti di schiavi africani nati in Brasile con influenza indigena brasiliana, caratterizzata da elementi espressivi come la musica e l'armonia dei movimenti (per questo spesso scambiata per una danza). Interessante al riguardo il recente film “Besouro”. Sono numerosissime le scuole di capoeira a Salvador ed è frequente imbattersi in “rodas” improvvisate per strada, in spiaggia o dove capiti

L'anima
L'anima di una città non si può raccontare: se ne possono solo descrivere alcune delle componenti. Chiaramente bisogna andare un po' oltre lo stereotipo del turista: lascio le spiagge e i monumenti ad altri siti più informati e con foto. Ed allora voglio citare certi mercatini di quartiere (fra cui la più famosa “Feira de Sao Joaquim”), i pescatori che nelle notti si avventurano nella Baia de todos os Santos su barchette di 3 metri, con una piccola lanternina; le migliaia di venditori ambulanti che cercano di promuovere con creatività la loro merce; i numerosi predicatori evangelici che salgono su un autobus e recitano a memoria versetti della Bibbia e ti consegnano foglietti riassuntivi di temi religiosi; e purtroppo i numerosi mendicanti e senzatetto, molti bambini, invisibili ai più. Non esistono elementi positivi e negativi di un luogo: l'importante è non negarne nessuno, neanche quelli che ci “disturbano”. E non dite di conoscere un posto se non avete parlato con la gente: ascoltate, cercate di capire e, se il caso, raccontatevi. I baiani amano la conversazione, che è sempre accompagnata da sorrisi e contatto umano


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